Un GAL che sa fare sistema, quello dei Castelli Romani e dei Monti Prenestini. Così il Salone Internazionale del Gusto è stato un buon campo di prova e un’occasione per saldare i legami con il territorio e con gli altri GAL, partners dei progetti di valorizzazione turistica. Le tre iniziative presentate hanno avuto un riscontro di attenzioni veramente notevole.
Seicento visitatori circa hanno seguito i “laboratori del gusto” organizzati nello stand di Terre Ospitali, il progetto di cooperazione interterritoriale di carattere nazionale che coinvolge due Gal altoatesini, un Gal abruzzese e un Gal pugliese. La simpatica bustina di semi delle piante tipiche delle Terre Ospitali, che è stata regalata ai visitatori come gadget ricordo dei 5 Gal aderenti all’iniziativa, ha ricevuto un’accoglienza strepitosa. “Il brand Terre Ospitali ha suscitato curiosità e attenzione da parte di molti visitatori e operatori. Ogni Gal ha messo in evidenza il meglio della sua produzione e soprattutto il percorso che sta compiendo per diventare terra ospitale. Vogliamo che questo progetto non sia episodico”, spiega Giuseppe De Righi presidente del Gal Castelli Romani e Monti Prenestini. “Nel corso del salone abbiamo riscosso anche l’adesione a Terre Ospitali della Val D’Arno, come anche delle montagne biellesi. Questo ci conferma nella volontà di proseguire il percorso per far diventare questo progetto di cooperazione interterritoriale un punto fermo nel panorama nazionale, come brand che nasce dal basso per scelta consapevole di territori che vogliono crescere”.
Presso il ristorante del padiglione 3, un pubblico attento ha degustato i prodotti provenienti dal Lazio Rurale, presentati e selezionati dalle Guide del Gusto di Slow Food e dal presidente di Slow Food Lazio Stefano Asaro all’interno del progetto di cooperazione Lazio di Qualità Oltre Roma. Dal Caciofiore della campagna romana alla Marzolina, fino alle creazioni artigianali dei Castelli Romani come la crema melanzane e santoreggia e il gelato al vino Frascati DOCG e pesca, i GAL del Lazio si sono fatti promuovere dallo chef stella Michelin Giulio Terrinori che ha reinterpretato, con fantasia e passione, i piatti tipici della tradizione regionale.
Il Salone è stata anche l’occasione per inaugurare il presidio Slow Food del Giglietto di Palestrina, il primo della nostra zona. I forni che hanno aderito al disciplinare sono stati coinvolti in laboratori di produzione dal vivo, sotto i riflettori attenti di un pubblico divertito che si è anche cimentato nella difficile manifattura del biscotto prenestino.
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